Se vi chiedete se quello nelle foto sia Io, vi rispondo si sono Io.
Quante volte in un giorno pronunciamo ’Io’? Io mi chiamo, io vorrei, io sono, Io Io Io. Come un raglio d’asino umanizzato che farcisce la maggior parte dei nostri discorsi. Egocentrismo diffuso, siamo sempre più Io e sempre meno noi. Sintomatico è il caso di movimenti in cui la leadership diffusa, almeno in Italia stenta a decollare. Il bambino comincia a costruire la sua personalità attraverso L’Io e il Mio, l’egocentrismo è la sua misura per conoscere il mondo.Al giorno d’oggi il marketing e la pubblicità si imperniano su rapporti sempre più personalizzati con i clienti affinchè tutti si sentano unici e irreplicabili.
Quante volte in un giorno pronunciamo ’Io’? Io mi chiamo, io vorrei, io sono, Io Io Io. Come un raglio d’asino umanizzato che farcisce la maggior parte dei nostri discorsi. Egocentrismo diffuso, siamo sempre più Io e sempre meno noi. Sintomatico è il caso di movimenti in cui la leadership diffusa, almeno in Italia stenta a decollare. Il bambino comincia a costruire la sua personalità attraverso L’Io e il Mio, l’egocentrismo è la sua misura per conoscere il mondo.Al giorno d’oggi il marketing e la pubblicità si imperniano su rapporti sempre più personalizzati con i clienti affinchè tutti si sentano unici e irreplicabili.
Tutti dovrebbero sentirsi ugualmente unici anche al di fuori dello stato da consumatore o da utente di svariati prodotti. La fortuna dei marchi di lusso è fatta non dalla nicchia di clienti ricchissimi, ma da una minoranza che a costo di sacrifici compra oggetti per sentirsi unico. Più cerchiamo di sentirci unici e più siamo omologabili alla massa, perchè per le aziende che ci vendono i prodotti è un imperativo farci sentire così singolari. Oggi tutti possono aprire unBlog o un sito per diffondere il proprio pensiero in rete, oggi è molto più semplice far apparire e trasparire le proprie idee e una sorta di Io, anche di consistenza molto superficiale, di qualche anno fa.
Anche se rispetto al passato, essendo aumentata l’offerta di ”Io strabordanti” è aumentata lavolatilità del peso delle personalità offerte dal mercato. Ricordiamo la massima di AndyWarhol ”Ognuno in futuro sarà famoso per quindici minuti”. Io, come molti che stanno leggendo questo articolo, sono un egocentrico, lo sono sempre stato sin da piccolo. Un egocentrico con una personalità istrionica, che ha fatto sempre di tutto per mettersi in mostra anche al limite dell’indecenza - anche in questo momento in questa ’mia’ rubrica scrivo parlando di me e del mio stesso egocentrismo.
Una ragazza un giorno mi fece notare che scrivevo troppo dalla mia prospettiva, e Io poi gli ho detto che un opinionista è questo: una persona che scrive un pezzo attraverso se stesso e la sua esperienza. Quindi in questo caso il mio egocentrismo è legittimato. Un giorno seguendo l’intervista di un prete esorcista, mi colpì una sua frase” Satana ha vinto, perchè Satana è l’egocentrismo e L’egocentrismo è il male che ormai affligge la nostra società”. Concordo in pieno con il Padre, anche se non credo a Satana se non come a un tentativo di personificare la metafisicità del male.
In effetti se vogliamo analizzare la summa dei rituali e dei dogmi cristiani sono imperniati di forte egocentricità, per alcuni bigotti rischierò di sembrare eretico, ma le eresie sono sempre state, storicamente, metodologie per estirpare forme di conoscenze obsolete e stagnanti. La figura di Gesù Cristo, è quella di un uomo, che diventa un parametro quasi irraggiungibile di perfezione ed esempio di rettidutine e virtù. Gesù, nel modello di perfezione umana, sfociando di conseguenza nel divino, era per Friederich Nietzche il prototipo del superuomo (superamento dell’uomo).
La Chiesa, come istituzione, è imperniata sulla figura di questo Dio/uomo superiore, che diventa Logo, ad ogni latitudine, vessillo della cristianità , credo che molti di voi ne abbiano una al collo. Nel saggio ’L’Umiltà del Male’ di Franco Cassano scopriamo di come il male, di cui uno degli aspetti è anche l’egocentrismo, sia più facilmente realizzabile del bene, anche se (anche il bene per alcuni diventa una occasione di esaltazione del sé e quindi un egocentrismo camuffato).
Se poi andiamo ad analizzare la tradizione dei Santi e non solo di tradizione cattolica, si sfocia nella vera e propria Idolatria. Il culto di Padre Pio in Italia è un esempio concreto, un santo guaritore la cui maggioranza dei fedeli adorano come un novello vitello d’oro. Padre Pio diventa così un feticcio da commerciare al pari di un marchio da bancarella, e molti si professano fedeli al frate di San Giovanni Rotondo come se fosse un surrogato di un Dio forse troppo poco immaginabile.
Allo stesso modo negli Stati Uniti, Graceland, la casa di Elvis Presley, è meta di un pellegrinaggio assimilabile a quello del poco fa citato Santo nostrano. Per alcuni però credere in un Dio, è uno stratagemma per scacciare la paura della morte, e io credo che coloro i quali hanno la fede abbiano un dono. Io vorrei credere ma è da più di un decennio che non credo più. Nel tumulto di questa società commerciale si ha sempre più necessità di avere un qualcosa di tangibile da adorare. E focalizzando sull’argomento di questa settimana, i più adorano se stessi.
Le pagine dei Social network, sopratutto Facebook, sono piene di immagini bellissime, elaborate con photoshop, e frasi ad effetto e citazioni letterarie, in cui ciascuno cerca di esaltare la propria immagine ed il proprio Io agli occhi in una sorta di autobranding, il metodo inventato negli U.S.A che insegna a trattare e promuovere noi stessi come marchi .Alcuni smettono di vivere, delegando al proprio profilo virtuale una vita fatta di citazioni e lunghe comunicazioni con sconosciuti che probabilmente non incontreranno mai. Ma molte volte le persone invecchiano e la foto del profilo rimane giovane in un meccanismo rovesciato rispetto a quello del ritratto di Dorian Gray.
Cosa fare allora per questo egoismo ed individualismo dilagante? Io (ecco che l’ego torna) ci penso e le uniche risposte efficaci le trovo meditando . Durante le mie lunghe camminate, ad un certo punto (sarà per la maggiore consapevolezza, sarà per le endorfine sprigionate) io non esisto più o forse è meglio dire, Io non esiste più e non essendo la pesantezza dei pensieri del passato e del futuro muore per qualche ,interminabile, minuto. In quei pochi momenti l’ego cessa di esistere in una lunga estraniante Egonia ed è la che la vita assume un significato reale.






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