mercoledì 21 marzo 2012

Lettera dall'Ogliastra. La Grecia è qui





La Grecia è qui. Lettera dall'Ogliastra

“Anoa seus peus de sa Grecia!”( Qua stiamo peggio della Grecia) mi dice al telefono Salvatore "Tore" Corriga, portavoce degli ex-operai della Rockwool di Iglesias, che ha delocalizzato in Croazia, (pannelli isolanti in lana di 
roccia) lasciando a casa160 persone.
 La Sardegna non è nuova a questo genere di tradimenti, ovvero titolari di aziende nazionali e internazionali che vengono come dei salvatori , promettono a popolazione e amministrazioni mari e monti, e dopo avere preso i contributi vanno via.
Fatti simili sono accaduti prima agli stabilimenti di Ottana in Barbagia, poi alla cartiera di Arbatax e ultimamente alla Vylnis di Porto Torres di cui tutti i media hanno parlato grazie alla campagna de “L’Isola dei Cassintegrati”.
Il Sulcis è il territorio più colpito dalla crisi nell'isola. Oltre alle miniere e alle aziende stanno chiudendo tutte le attività del terziario. Se in Grecia chiude un'attività commerciale su tre, qua le medie non si discostano di tanto.
I sardi sono persone con un senso dell'onore e del dovere molto alto, ma in questa situazione di emergenza potrebbero esserci problemi ordine pubblico.
Le avvisaglie ci sono già state , sopratutto nelle manifestazioni contro Equitalia, in cui sono scoppiati disordini tra manifestanti e forze dell’ordine.
Tutti i pastori che erano diventati operai sono tornati ad allevare il bestiame, ma il prezzo del latte è talmente “scannato” che di pastorizia non si vive più.
Al mio paese, Lanusei, sono stati chiusi tre supermercati per l’apertura di un discount che ha dei prezzi bassissimi. E’ stato letteralmente preso d'assalto dagli abitanti dell'intera provincia. 

Anche i giornali chiudono, come “Sardegna 24”, quotidiano con pochi mesi di vita, che ha cessato l’attività il 30 gennaio di quest’anno, lasciando a casa 25 tra giornalisti e tecnici senza stipendio e contributi versati.
In Ogliastra - la zona dove io sono nato – è una terra di ineguagliabile bellezza ma anche il turismo, che fino a qualche anno fa era un’ ancora di salvezza, è in profonda difficoltà. Gli imprenditori turistici locali non hanno prenotazioni per le vacanze di Pasqua.
Le navi che fano capo al porto di Arbatax, viaggiano con meno frequenza, rispetto al 2011, perché i prezzi sono raddoppiati mettendo non solo questa zona, ma l'intera Sardegna, in una condizione di svantaggio e scarsa competitività sul mercato delle vacanze.
Dallo scorso anno esiste anche una compagnia di navigazione regionale, ma il numero delle corse è insufficiente per soddisfare le esigenze dei turisti e dei sardi. 

La popolazione dell'Ogliastra puntava su due grossi investimenti, il Polo Nautico e quello della Pasta Fresca, ma nessuno dei due è ancora decollato.
 Sul versante della nautica ,Azimut e Abbate erano due importanti cantieri navali che sembravano interessati a fare degli investimenti sul territorio. Entrambi hanno aperto un capannone ma poi non hanno avuto i contributi sperati e allora hanno abbandonato la zona per altri lidi.

Il Polo della Pasta fresca dovrebbe nascere per produrre e promuovere i culurgiones, una tipica pasta ripiena ogliastrina, ma tutto tace. Un assessore della provincia Ogliastra, mi ha detto l'altro giorno : ”Ci hanno tagliato altri 800 mila euro, non riusciamo a fare il bilancio né a trasportare i disabili e a rifornire gli scuolabus”. 
Ogni persona che incontri ti racconta la sua disavventura. Crescono i poveri e sono sempre meno le attività nel territorio.
Quando la sera si esce, le strade sono semideserte, ma non solo perchè molti preferiscono le piazze virtuali come face book o altri social network, ma perché i soldi da spendere per il divertimento sono sempre meno .
Un amico che gestisce dei locali notturni mi dice che i ragazzi del luogo non fanno più due o tre consumazioni come qualche anno fa, ma al massimo una e poi bevono fuori dal locale , portandosi in auto alcolici comprati a prezzo molto inferiore, nei negozi.
Nei paesi della montagna come Urzulei, Talana, Gairo, Ulassai le uniche fonti di reddito sono i cantieri forestali, la pastorizia e le pensioni degli anziani sopravvissute alla riforma.
Una delle fortune di questo territorio è quello di essere una zona ricca di sole e terreni coltivabili, per cui molti riscoprono, per necessità, la passione per l'orto e per l'allevamento di galline o conigli. Si riscoprono le reti parentali: il pastore offre un agnello in cambio delle patate, il pescatore prende la legna e offre dei pesci.
Si torna al baratto ma l'Ogliastra, come altre zone della Sardegna, stanno diventando una polveriera.
Meno di due settimane c'è stata fa l'ennesima rapina al “Banco di Sardegna” di Arbatax. Uno dei nove ostaggi ha chiesto ai tre banditi (freddi come i gangster di Tarantino). “Ma perché fate queste rapine?” e il bandito: ”C'è crisi”. Quella delle rapine “per la crisi” ora è una piaga che affligge le parti più isolate della nostra terra.
Una delle vie che potrebbe togliere l'Ogliastra dal suo isolamento é l'aeroporto che funziona solo nella stagione estiva, ma fino ad ora non si sa quando i servizio sarà in funzione. Lo scorso anno aprì ad agosto, con enorme danno per tutte le attività turistiche.
I miei amici “del continente”, mi invidiano perchè abito qui, perchè conoscono la Sardegna delle vacanze fatta di mare, di locali e belle mangiate, ma la Sardegna è anche un patrimonio culturale unico e poco sfruttato, e con una lingua diversissima dall'Italiano, potrebbe essere la Grecia d’Italia.
Lo sta diventando invece nel senso peggiore, quello che vediamo nei tg che parlano di Atene, dei negozi chiusi e della gente in piazza, disperata.
Non lasciateci soli.
Pietro Mereu

lunedì 19 marzo 2012

A Mio Padre







MIO PADRE

Monumento inflessibile e magnifico

Quanto mi raccontano le tue pause infinite

io che di parole son prodigo

Non riesco a dirti che per me sei importante

forse mai te lo dirò

Siamo uomini di terra e acciaio forgiati dal sole di questa nostra muta isola

Amici virili e imbattibili

Ricordo le sere al cinema della mia fanciullezza

E anche le tue assenze

Ricordo la cinghia che feriva più la mia anima

Ma so che il tuo cuore piangeva dopo

Le mie scarpe nuove andavano a discapito del tuo giaccone liso

Ma tu eri felice della mia effimera istantanea felicità

Così deve essere un padre

Tu non mi hai insegnato ad amare i classici greci o l’arte

Ma piuttosto storielle da bar e stupende inutili cazzate

La tua lezione è molto più preziosa

La determinazione delle tue idee

Il tuo spirito di sacrificio

E la tua grande lealtà e voglia di mettere pace

In una famiglia di iene minata dall’avidità tu sei stato un domatore con la frusta di piuma

Caro mio Padre vedo le tue carni invecchiare e i tuoi capelli imbiancarsi

Gli occhi si fanno sempre più piccoli tra cascanti bargigli

Ma la loro luminosità mi irradia quando esplodono in una risata

Che risuona in questo tuo regno di silenzio

Pietro Mereu (1999)

lunedì 5 marzo 2012

Libri miei


LIBRI MIEI

Da leggere, sfogliare, segnare: una passione che può cambiarti la vita
Nel film di Ermanno Olmi ’Centochiodi’ del 2007,si parla di un uomo (interpretato da RazDegan) che come un novello Cristo si ribella al feticismo riguardo l’oggetto libro e al predominio della cultura sull’umanità e i valori più semplici , per trovare una nuova dimensione spirituale e di contatto con la natura, ormai perduta. In una scena del film infatti il protagonista viene accusato di aver inchiodato cento libri con altrettanti chiodi, e isolandosi dal mondo a un certo punto dice di essersi per troppi anni affidato sula cultura contenuta nei libri e di aver poco considerato il resto dell’umanità.
Il film è interessante per questo aspetto ’integralista’e radicale ma ahimè anche io, come molti altri, mi rendo conto di avere una passione sconfinata proprio per i libri, a mio parere sono dotati di un’anima vera e propria.
Mi piace possederli, accumularli, metterci in mezzo segnalibri, sfogliarli ,usarli, vedere le pagine ingiallirsi, sottolineare le frasi per me importanti: raramente li presto, preferiscoregalarli mentre la mia copia rimane in casa. Nel mio comodino ho mediamente una decina di libri, romanzi o saggi, alcuni li finisco altri no, molti li riprendo, alcuni li inizio a leggere a metà: adoro questo anarchismo nella lettura.
Molti libri hanno cambiato la mia vita, a volte sanno essere compagni più gradevoli di certe persone, non si offendono certo quando vengono accantonati per un po’ e poi ripresi. Il mio luogo preferito per leggere è la mia camera da letto, la notte, anche se non nego che a volte rimango anche un’ora in bagno seduto, piacevolmente rapito dalla lettura.
Poi adoro le librerie, quelle grandi e quelle piccole, quelle di città e quelle di paese, le grandi catene e i negozi indipendenti, le biblioteche, le edicole (ormai diventate anch’esse piccole librerie), gli scaffali nelle case e i banchetti che ’spacciano libri’ ormai ovunque. Una volta sono riuscito a rimanere sei ore di fila in una libreria e leggermi ‘gratis’ 2 libri in poche ore.
Trovo che ci sia qualcosa di magico nelle librerie, e nell’essere circondati dai libri, sono i pensieri di centinaia di persone di ogni parte ed epoca del mondo che, riversati su carta, ti creano intorno un’atmosfera di speranza e consolazione in questo mondo che soccombe a se stesso. Una parte degli uomini toglie all’umanità, l’altra rielabora un pensiero e un sentire collettivo per poter riequilibrare il pensiero catartico con delle parole immortalate in una pagina.
Troppi i titoli che quotidianamente, nel mondo, ingrossano il mare magnum del patrimonio letterario mondiale, e tra questi pochi titoli riescono a emergere. Chi non ha una grossa casa editrice alle spalle, difficilmente potrà far conoscere la propria opera, ma queste sono le dinamiche della distribuzione che, dal pollo al libro, hanno ormai leggi precise. Da poco ho letto che anche Stephen King ha girato in Harley Davidson gli States, per promuovere il suo nuovo romanzo in librerie di piccole dimensioni. Da noi Isabella Santacroce, ha offerto la sua compagnia per una cena, a chi si sarebbe aggiudicato l’asta online dell’unica copia del suo diario.
Ma molti scrivono e pochi sono scrittori, e quando leggi un libro ti accorgi subito della caratura dell’autore: ecco perché trovo Fabio Volo di una banalità sconcertante. Ma probabilmente coloro che lo leggono troveranno qualcosa di interessante anche in lui, è forse quella la magia...

La mia (pen)ultima scoperta è stata Roberto Bolano, genio cileno, prematuramente scomparso, che con il suo ‘2666’ mi ha letteralmente fatto capire che differenza passa tra un normale scrittore e un vero genio. L’ultimissima però è avvenuta in una edicola di Santa Maria Navarrese dove ora vivo, un piccolo libretto rosso con un titolo molto curioso ‘il Re s’ inchina e uccide’ di Herta Muller, premio nobel per la letteratura 2009: il suo stile è estremamente affascinante, ha un modo originalissimo di elaborare il suo pensiero e il testo porta a riflessioni soprendenti, lo consiglierei caldamente alle persone in preda a crisi esistenziali.
A me in questo periodo particolarmente delicato per il mondo e per me stesso, è servito molto.
Ho tanti amici che hanno una grande passione peri libri, ma il più appassionato è certamenteDamir, intellettuale croato che vive a Milano. Damir ha la casa letteralmente invasa dai libri, e la sua ossessione per questo oggetto rasenta il patologico, a lui invidio un testo di antropologia culturale sulla caccia al cinghiale in sardegna che non si trova più.
Oggigiorno ci sono persone che si comprano i supporti elettronici per leggere i libri, come un mio amico che ha messo 50libri nel suo I- book e non ne ha letto neanche uno. ’Celodurismodigitale’, a mio parere
Personalmente non comprerei mai un I- book, o qualunque altro supporto elettronico per leggere , per me il libro è di carta, punto e basta.
Siamo anche questo, un popolo di collezionisti, e a volte questa pulsione ad accumulare fa si che siano gli oggetti a possedere noi - ma in questo caso ci troviamo in una sfera patologica. In un sistema in cui il successo si misura in base al numero di cose possedute, gli eroi contemporanei occidentali sono i multiliardari che possiedono aerei, barche, macchine d’epoca e residenze da mille e una notte.
La curiosità , la cupidigia, l’avidità e l’invidia , sono il motore che spinge la maggioranza delle persone a interessarsi a queste liste di beni accumulati dai nababbi: a questo proposito tra l’altro c’è un libro ‘Toys for boys’ catalogo illustrato di giocattoli super esclusivi (barche, moto, automobili, case) per tasche molto capienti.
Io continuo a collezionare libri, non antichi, come invece fanno Marcello dell’Utri e Oliviero Diliberto agli antipodi in politica ma uniti nella passione per il volume raro e molto costoso. In casa ho un vecchissimo libro appartenuto a mio nonno ‘Formicola e Perticone’ romanzo didattico-eroico dell’Italia fascista, che magari non ha un valore economico rilevante, me ha un valore affettivo enorme. Per finire consiglio a tutti di imparare un libro a memoria, prima che qualche folle dittatore ci obblighi a bruciarli, come in ‘Fahrenheit 451’ di Bradbury. I libri sono cibo per la mente , e anche una fonte di soluzioni a tante cose, e in alcuni casi possono salvarci la vita: io ho deciso di mandare a memoria ‘100 anni di solitudine’. E voi?
Pietro Mereu
tratto da www.lindro.it del 10 novembre 2011