lunedì 30 gennaio 2012

La mia intervista a Vista Net


INTERVISTA A PIETRO MEREU


Ci sono persone che è difficile descrivere in poche parole. Pietro Mereu, artista lanuseino noto ai più per il documentario “Disoccupato in Affitto”, è certamente una di queste. Dopo attenta valutazione, ho deciso di provarci scegliendo per lui questi aggettivi: provocatorio, eclettico, talentuoso, creativo, egocentrico. Decisamente Mr.Mereu non veste i panni della personcina politicamente corretta: dice tutto ciò che pensa e pensa tutto ciò che dice. E lo fa con una sicurezza e un piglio tali da farlo sembrare quasi arrogante. Ha una bella testa e una buona cultura. Spara idee ed opinioni ( spesso non richieste) come una mitragliatrice: dieci minuti con lui e proverete il famigerato effetto centrifuga. Nonostante questo riesce ad essere leggero, autoironico, divertente. E questi paradossi caratteriali si riflettono nel suo lavoro, sempre immediato e controcorrente. Provocatorio, certo, ma con intelligenza. Togliamoci qualche curiosità sulla sua vita e il suo lavoro parlando con lui.

“Disoccupato in affitto”: un’inchiesta sul mondo del lavoro che ha fatto discutere. Raccontaci in breve di questo tuo progetto: esigenze, suggestioni, motivazioni e bilanci.

“Disoccupato in affitto” nasce prima come format televisivo: infatti Giorgio Gori, produttore di Magnolia, inizialmente sembrava interessato a farci procedere in quella direzione. Scemato l’interesse di Gori, abbiamo deciso di trovare una soluzione creativa al problema trasformando il format in un documentario-inchiesta sul mondo del lavoro in Italia. A volte quando non si hanno capitali importanti la creatività ne guadagna. Infatti il pubblico ha accolto molto bene il progetto e l’idea del cartello che mi sono portato addosso per le città italiane. A maggio verrà distribuito da Distribuzione indipendente quindi se ne sentirà ancora parlare. Durante il viaggio per lo stivale ci siamo resi conto del malcontento che serpeggia tra la popolazione: l'Italia è un paese bellissimo ma ormai troppo indebitato. Dovremmo tornare alla natura o sperimentare nuove forme di economia sostenibile.

Com’eri da bambino? Quando hai capito che non avresti fatto il ragioniere?

Da bambino ero irrequieto, molto curioso e iperattivo. Ho iniziato a fare teatro alle elementari con un maestro siciliano. Interpretai Giulio Cesare a otto anni, che emozione. Fecero i complimenti a mia madre. Tuttora penso che la cosa che so fare meglio sia recitare. Ho sempre saputo che non avrei fatto un lavoro “standard” perché alla ragione ho sempre preferito l’istinto e la fantasia. Pensa che ho quasi quarant’anni e ancora non so bene quale sia il mio mestiere: forse è questo che mi fa rimanere giovane dentro. Ho sempre fatto nella vita ciò che ho davvero voluto, con passione e spontaneità.

Tre libri e tre film che vorresti consigliarci.

Come film consiglio sicuramente “Le mele di Adamo” di Anders Thomas, “C'era una volta in America” di Sergio Leone e “The elephant man” di David Lynch. I libri che invece mi hanno cambiato la vita sono “Quando ero un’opera d’arte” e “La mia storia con Mozart”, entrambi di Eric Emmanuel Schmitt e “Il rosso e il nero” di Stendhal.

Come hai sviluppato il tuo interesse verso il cinema e chi ti ha ispirato?

Ho sempre amato il cinema, sin da bambino rimanevo incantato davanti ai film e poi non ho mai smesso. Ho frequentato il corso di sceneggiatura alla Scuola di Cinema tv e nuovi media di Milano. Quando conobbi Michael Cimino, il regista de “Il cacciatore” provai un’immensa emozione. Ma dopo che conosci tanti personaggi, ed io ho avuto questa possibilità, ti rendi conto che la fama non è altro che una questione puramente incidentale. Per quanto riguarda le “influenze” mi verrebbe da dire: tutti e nessuno. Ma se analizziamo il mio documentario probabilmente ci troveremo un’aria sia di Michael Moore che del nostro conterraneo Nanny Loy, per me un intelligente provocatore.

Chi è per te un artista?

Un artista è una persona che crea nuovi mondi. Sinceramente io ne vedo pochi in giro. Bisogna anche dire che i veri artisti molte volte arrivano tardissimo al successo e alla notorietà perché non sono capiti dai propri contemporanei.

Cosa pensi del panorama culturale italiano in generale e di quello sardo in particolare?

Il panorama culturale italiano è variegato: cinema, letteratura, teatro, arte. Nel cinema amo Garrone e Sorrentino che seguo sin dagli esordi. A livello di letteratura trovo i giovani italiani poco interessanti, anche se devo dire che Paolo Sortino mi ha sorpreso con il suo “Elisabeth”. Il teatro italiano è avvolto in se stesso, trovo poche cose interessanti, i nostri vicini spagnoli e francesi osano molto di più. Anche la Societas Raffaello Sanzio ha un po’ rotto le palle con il teatro di sola provocazione. Non hanno la forza dei catalani della Fura dels Baus. Per quanto concerne l’arte contemporanea, credo che tutto ciò che c’è di interessante sia ormai in oriente. Il contesto sardo è in piccolo come quello italiano, ma i sardi - sopratutto quelli che lavorano con la parola - hanno una marcia in più. Prima mi piaceva molto Niffoi, ora mi annoia. Interessante la Murgia che trovo molto vera. Innovativi i miei amici Michele Azzu e Marco Nurra. Adoro poi Francesco Abbate per il suo stile graffiante, e sono legato affettivamente all’amico Bepi Vigna, con cui un giorno spero di fare qualcosa in teatro.

Progetti per il futuro?

Vorrei continuare a produrre documentari. “Culurgiones mon amour” è uno dei miei nuovi progetti in questo senso. Sarà un documentario con uno stile fresco e alternativo. Protagonista il principe dell’Ogliastra: il culurgione. Al plurale culurgiones. Senti come suona bene. Sopratutto il “culu” iniziale riempie la bocca. Vorrei poi scrivere un libro e una commedia, sperando anche che la mia associazione culturale Cagliostro trasformi il piombo dell’immobilismo in oro dinamico. Non per nulla ha il nome del più noto alchimista della storia. Nel privato, un viaggio in Cina e un figlio con la donna che amo.





Michela Girardi
http://www.vistanet.it/articoli/attualita_e_cultura/102_INTERVISTA_A_PIETRO_MEREU

venerdì 27 gennaio 2012

Giochi Deep Arole.


Innamor-arsi di fuoco vero di passione, questa è la vera chiave per ogni su-cesso o su turca, evacuante.Parolieri, paro paro, riparo dalla noia .Ultimo baluardo della omologazione. Le parole.
Sin da bambini tutti giocano con i soldatini, con le macchinette, io scomponevo senza scompormi le parole. Olè. Nell'Arena e nella renna è una enne che fa la differenza, ed Enza fa la differenza se è sampò, sa un po' di detersivi detergenti mai insolenti ma solventi non come certi malviventi che per far cessare i malcontenti ,tra i degenti e i dementi, e coloro che vanno lenti a contatto della selva selvaggia urbana: Delinquono. Ammazzando il tempo a svitare parole da svitati, mai invitati da invitanti viatici filodrammatici. Un Filo Drammatico, un filo di Arianna per un Mino-Reitauro calabro leso ,in un labbririnto siliconeo. Ingarbugliati tra cotanta bellezza, con-son-ante litteram scarlatta, lirica scarlatti, gatti,ratti,matti,fatti,latti scremati e scrematti scregatti screanzati danzati avvolti in lenzuoli sverniciati. La scuola maestra di vita-mina le teste degli scolari-somari-amari, dolce-mente, amaro ha in se il gusto del vero. Nero occhio per occhio :Occhio al quadrato. Mate -matica-mente in me assente, non ho il dono della moltiplicazione ma il dubbio dell'implicazione.
In chiave fù-turista per caso, questo pezzoo anomalo ma necessario come un cesareo, per partorire una nuova o pres-unta e bis-unta tale e quale, Crea-ttività,taratà tà taà. Esoterismo, essoterrismo esoterrorismo vocale, verbale , ricercare la bellezza del voca-bolo rimasticabile, interscambiabile, esigibile, non trasferibile a portatore di Handy-cam. Che riprende e vine ripreso per il sedere, cosa non si fa per un paio di chiappe. La chiappa achiappa. Palestre per Bi-cipiti, tri-cipiti,quadri-cipiti, penta -cipiti ,cipiti cipiti pum. Scritti senza senso, senza consenso melenso intenso . Boh Boh, Bobo, Maroni infranti affranti s-legati un po' ne po' a mò di Oblò che so, non so ma So. Meditazione trash and dentale per un sorriso abbagliante dell'anima-le che ci abita, moroso di mesi . E per tagliare ogni dubbio se l'ascia accetta di diventare scure raddoppiando le sue sicurezze, L'ego materiale per certezze sempre più labili. L'abilità,ambiguità, binario morto nel villaggio dei treni di Terni . Mago, con turbante che seduce e con-duce folle di automi autonomi presunti, senza senno. Sorconi, porconi, forconi L'Italia monta e smonta senso e dissenso. Trinacria e Ichnusa isole gemelle sia-mesi che anni distanti, filanti come stelle cadenti, decadenti , seducenti ,sua denti-free cio.
Tutto è frizzo e lazzo, sperimento, speri che mento? Mento o menta ? Menta piperita, preferita, differita ,diretta rai ai ai ai. Sono dolori per gli untori, astuti cantori sotto L'egida di San .Remo san monaco jap sushi e champagne. Questo articolo articolato lo leggete solo su L'indro . Indro padre di tutti giorna-listi-no-prezzi. Siamo a pezzi e io questo pezzo lo chiamo Sperimentale. Speri mentale o no?